L’arte pittorica e grafica di Blasco Maria Patricolo rappresenta un esercizio teso alla riappropriazione della forma, per cui il segno si concretizza in concentrazioni significanti che mirano ad arrivare alle radici della vita tutta e dell’essere umano in particolare. Di matrice romantica, espressionista e verista, le sue opere manifestano la volontà di un recupero dell’antico che fonda sulla base del disegno e sull’incisività dei contrasti fra colori timbrici la propria forza, e allo stesso tempo la quanto mai attuale intenzione di porre in discussione la stessa esperienza dell’uomo, costantemente divisa fra carne e spirito, affermazione di sé e dramma esistenziale. L’attributo della santità e la necessità di affrontare il dolore del vivere sono conferiti a quanto pare ad ogni individuo, identificato in brani e stralci di corpi, ma è evidentemente presente anche la ricerca di una essenziale semplicità delle cose, come negli esempi “La danza” e “Lei”.
8 febbraio 2025 Dott.ssa Maria Palladino
Critico d'Arte
Il Sacrificio e la liberazione
(Blasco Maria Patricolo)
L'opera pittorica di Blasco Maria Patricolo rappresenta una perfetta fusione di analisi formale e mistero personale. Una ricerca cromatica e contenutistica, quella proposta, che muove la composizione del quadro tra dinamismo e staticità tracciando un confine osservabile tra etica ed estetica.
I dipinti e le sculture dell'artista sono dotati di una composizione formale essenziale che lascia spazio all'emozionalità dello spettatore.
Le opere di Patricolo sono pertanto una raffigurazione fisico estetica della sfera spirituale, un percorso simbolico che dona differenti chiavi di lettura su ciò che ancora risulta “l'inesplorato dei continenti”.
Il viaggio, inteso come percorso di conoscenza, diventa una commistione d'intenti fra attesa e riposizionamento dell'essere umano nello spazio fisico.
Questa volontà risulta visibile nella composizione pittorica dei dipinti, che si dipana in un unicum vitruviano che lascia all'emozionalità del colore il compito di accompagnare lo svolgimento degli eventi.
E' infatti il movimento cromatico ad ammorbidire, contestualizzandola, la fissità della forma che diviene emblema e, allo stesso tempo, simbolo di sacrificio e liberazione.
Il desiderio dell'artista siciliano è dunque quello di spingere l’osservatore a una riflessione interiore, portandolo a confrontarsi con temi universali come la sofferenza la redenzione e la resilienza.
Le figure umanoidi, grazie alla composizione geometrica alla scena, pongono lo spettatore davanti a un contesto onirico e atemporale.
Una disamina questa che appare evidente nell'opera “il cristo rosso”. In questo dipinto il corpo del Cristo richiama alla memoria due elementi cristiani il sacrificio e la liberazione, mentre il rosso, colore della vita e della passione, allude al sangue, al sacrificio, o più semplicemente a quella forza vitale che ancora anima l’essere umano.
Tale composizione vuole, in senso ampio, divenire icona dell'ecce homo contemporaneo.
Un individuo ormai spersonalizzato, esposto, vulnerabile ma ancora in cerca di trascendenza.
Le figure senza volto, elemento cardine dell'ultimo ciclo pittorico, evocano un senso di mistero e universalità, in un simbolismo che abbraccia la perdita dell'identità in favore, di una ricerca ancora più interiorizzata, di un sé nascosto.
Quella di Blasco Maria Patricolo è dunque un vero e proprio percorso di conoscenza che esteriorizza, personalizzandole, le domande universali dell'uomo: “chi sono, da dove vengo, dove sto andando” in percorso umanissimo e sincero che si muove tra le pieghe del mondo.
20/01/2025
© Christian Humouda Critico d'Arte - Giornalista

Nota critica dell’opera ‘La Modella’ di Blasco Maria Patricolo
Un pastello bianco. Un cartoncino nero. Tratti spessi e sottili a plasmare il corpo di una modella. Un epiteto che riusciamo ad assegnare alla figura rappresentata solo grazie al titolo che l’artista conferisce al suo lavoro.
Siamo privi infatti della raffigurazione canonica della modella, in quanto ad essere indagato è il suo aspetto interiore e non quello esteriore.
Semplicità e complessità che si riuniscono in un unico, straordinario disegno.
Rossella Antonucci
Critico d'Arte
2 settembre 2024